La vita è amore.
Ho mandato le mie due tesine per l'esame finale di yoga, una sulla comunicazione e una su un progetto in carcere.
Ho poi inviato il test con tutte le mie risposte.
Finisce oggi un percorso di formazione durato più di un anno. Un anno intenso, fatto di sfide, studio, ricerca, resistenze, scogli, scoperte, emozioni, gioie, dolori, inciampi, cadute e risvegli, passi che trasformano.
Quel che è fatto è fatto. Se verrò promosso o no, sono soddisfatto e grato per questa esperienza, per tutto l'impegno che è servito, per la determinazione di non saltare mai neanche un minuto di questo lungo anno di insegnamento e pratica.
Sono successe tante cose. Nel mio cuore, nella mia mente e nel mio corpo.
Ogni cambiamento è un salto che richiede il coraggio di attraversare un dolore.
Così, libero da ogni esame e aspettativa, dopo mesi di studio e chiusura in casa, ho riempito lo zaino di penne e quaderni,ho aggi un libro e la Canon. Cuffiette alle orecchie, occhi protetti da occhiali, gambe pronte.
È incredibile preziosa la libertà di poter camminare per la tua città.
Senza mappa, scegli dove andare in base alla luce che ti piace, all'angolo che ti incuriosisce.
Ho iniziato a camminare costeggiando il parco, tra i vicoli liberi lo sguardo si immerge nei fiori e negli alberi che coprono i cancelli e invadono i balconi.
Proseguo su via Latina, guardo i treni superare la stazione tuscolana per lasciare la città e raggiungere la Toscana.
Mi incanto sempre tra le mura di porta metronia, grandi spazi e piccoli palazzi agli incroci, si incontrano in una delicata armonia le strutture residenziali e il verde intorno.
Passo a villa scipioni, coi suoi due ingressi con un salto ti porta indietro rovesciandoti sull' appia antica. Entrare nelle ville nelle calde mattine di maggio, è un viaggio dei sogni che ancora mi fa sentire in pace con l'universo.
" A caduta libera in cerca di uno schianto
Ma fintanto che sei qui posso dirmi vivo.. "
La Basilica di San Giovanni a Porta Latina è un angolo fuori dal mondo. Nessuno sa del tuo passaggio, nessuno sente altro che uccellini. La torre tocca le nuvole, gli occhi posano i ricordi tra i colori, tutto riporta all'immensità di questa esistenza.
La mia canon alle spalle, due gambe sicure di non perdersi niente, la libertà di non avere tempo, la sensazione di viaggio nella mia città alla continua ricerca di scoperte e sguardi nuovi.
Entro in via delle terme di caracalla, il mondo degli sportivi si raduna qui, tra le antiche vasche e i lunghi corridoi romani, corre la ragazza coi capelli legati, fa stretching un uomo in canottiera sopra un masso dell' era imperiale.
Mi fermo a mangiare un po' di frutta.
La luce del cielo apre il sipario sul circo massimo, attraverso la strada e mentre mi volto l'arco di Costantino mi intrappola il corpo in mezzo alla via, senza via di scampo.
Il parco del circo massimo brilla del bianco dei sassi, seduto sotto il palatino sembra che ti abbracci per la sua forma circolare così armoniosa. Pini e angoli di erba disordinata, un piazza gigante tra l'aventino e il Campidoglio mi convince a fermarmi.
La signora del bar è il ricordo della Roma più genuina ed ospitale. Mi prepara un medaglione agli spinaci, bieta, cicoria, pomodorini con origano, zucchine fresche ed un olio appena azzeccato sopra una ciabatta integrale.
Esco tra le note di Mina e i sorrisi gentili di madre e figlia, mi allungo verso l'altra sponda di via dei cerchi e salgo su verso il cuore alto della città, mio segreto rifugio delle mie grandi camminate e giornate di relax.
Alzo gli occhi sulle vie che salgono e scendono tra ambasciate e villette, il silenzio di una zona senza bar e locali, circondata di alberi e chiese, rifugio spirituale di chi si alza in piedi per vedere Roma dall' alto.
Coppie siedono davanti la vista più grande del mondo. Cupole, chiese, ponti, ville, palazzi, mura.. qui niente sfugge allo spettatore.Un giovane romano prova a spiegare, ad una straniera che abbraccia a sé, le meraviglie presenti.
Ai giardini sculture di artisti romani, poche persone e due splendidi modelli che accettano di farsi fotografare.
"Ma sono pazzo del mondo e sono pazzo di te. .. "
Una fotografa parla delle sue prime mostre che riprendono.
Io apro il libro e resto seduto incantato, come se questo sia il momento che non può sparire dai ricordi. La luce e la bellezza che mi gira intorno mi fa sentire fortunato di esserci nato.
È così bella che ne sono geloso quando la guarda chi non la capisce.
Dopo il tanto sognato relax sopra i balconi delle mura eterne, esco a camminare, entro a Santa Sabina, passo davanti Sant'alessio e mi fermo nella piazza che adoro, proprio intorno a Sant'Anselmo.
Entro nel buco che mi mostra San Pietro, come un filtro di luce in fondo al tunnel, un bagliore del mondo in fondo alla vita degli umani.
Scendo verso il centro, costeggio i fori e il palatino, via di san Teodoro è una curva che gira dietro il cuore della città.
Salgo in alto, sotto l'arco il teatro dei fori è tutto per me, l'angolo che preferisco, la luce dell'impero, le rovine che restano a ricordarci il passaggio, l'intramontabile traccia delle bellezze della storia.
Entro ai musei capitolini, mentre fuori una protesta dei lavoratori della multiservizi scatena la rabbia contro il Campidoglio.
Fino al 22 maggio, per i possessori della mic card, l'ingresso ai musei è gratuito, previa prenotazione allo 060608.
Giro tra le sale che ricordano epiche battaglie romane, entro nei fantastici mondi della scultura e del bronzo, nelle sale degli arazzi e nei piani dedicati alle lastre del tempio di Giove.
La piazza dall'alto è ancora più bella.
Cammino sotto lampadari che fanno brillare i soffitti, passo vicino a venere che esce dalla vasca, siedo davanti al volto austero di Dante e il dito fiero di Marco Aurelio.
Finisco al piano superiore, nel mondo che riesce a fermare il tempo, nei preziosi e segreti labirinti dell'arte.
Da Guercino a Caravaggio, da Domenichino a Pietro Da Cortona, resto assorto tra le linee dei volti, dietro le forme arrotolate, i colori e le sfumature, entro nelle storie che vengono illustrate in queste sale giganti e incantevoli.
Ancora mi sorprende la perfezione di un paesaggio, la percezione di un sentimento attraverso il volto immortalato, lo stupore resta a viaggiare tra i momenti e le scene della storia, gli eventi che qui, sembrano rivivere, talmente è chiaro il tocco di pregiata bellezza che esce dai quadri.
Scendo sulla piazza, siedo e mangio qualche mandorla mentre rilasso le gambe.
Sono in piedi da piu di 5 ore tranne un piccolo intervallo a pranzo.
La piazza, quando cala il sole,diventa magica. I lavoratori in protesta sono ancora qui.
Scendo e cammino fino a piazza navona, vuota e luminosa.
Via del governo vecchio, piazza del fico, corso Vittorio Emanuele, poca gente in giro e molti bar vuoti.
Dopo un giro tra i vicoli siedo in un baretto a rilassarmi. Bicchiere di un rosso Montefalco gradito come un premio al traguardo, scrivo sul taccuino mentre una graziosa ragazza dai riccioli castani mi serve muffin alle olive, humus, taralli e panetti fatti in casa, tutto delicato e buonissimo.
Di fronte a me un giornalista parla dei suoi prossimi viaggi in Argentina, avrebbe voluto andare in Asia ma non ha potuto, lei di fronte ribatte con racconti di cene a base di orecchiette prelibate sul terrazzo di casa.
La ragazza del bar mi descrive con amarezza la poca affluenza di clienti, scherzo con lei e la sua amica della pioggia che cade a rinfrescare un'aria perfettamente in sintonia con questo aperitivo nel cuore di Roma.
Arriva l'altra simpatica barista, mi sento come se fossi in comitiva, la mia sete di conoscenza mi fa parlare anche con i sassi.
Mi godo a cuore aperto questa gioioso finale di una giornata vissuta a piedi tra le vie di Roma, tra i quadri e le ville, tra i panorami e le meraviglie del mondo.
Un ritorno alla libertà, alla felicità condivisa, al viaggio.
Un ritorno alla vita.
All'assenza beata.
Ho poi inviato il test con tutte le mie risposte.
Finisce oggi un percorso di formazione durato più di un anno. Un anno intenso, fatto di sfide, studio, ricerca, resistenze, scogli, scoperte, emozioni, gioie, dolori, inciampi, cadute e risvegli, passi che trasformano.
Quel che è fatto è fatto. Se verrò promosso o no, sono soddisfatto e grato per questa esperienza, per tutto l'impegno che è servito, per la determinazione di non saltare mai neanche un minuto di questo lungo anno di insegnamento e pratica.
Sono successe tante cose. Nel mio cuore, nella mia mente e nel mio corpo.
Ogni cambiamento è un salto che richiede il coraggio di attraversare un dolore.
Così, libero da ogni esame e aspettativa, dopo mesi di studio e chiusura in casa, ho riempito lo zaino di penne e quaderni,ho aggi un libro e la Canon. Cuffiette alle orecchie, occhi protetti da occhiali, gambe pronte.
È incredibile preziosa la libertà di poter camminare per la tua città.
Senza mappa, scegli dove andare in base alla luce che ti piace, all'angolo che ti incuriosisce.
Ho iniziato a camminare costeggiando il parco, tra i vicoli liberi lo sguardo si immerge nei fiori e negli alberi che coprono i cancelli e invadono i balconi.
Proseguo su via Latina, guardo i treni superare la stazione tuscolana per lasciare la città e raggiungere la Toscana.
Mi incanto sempre tra le mura di porta metronia, grandi spazi e piccoli palazzi agli incroci, si incontrano in una delicata armonia le strutture residenziali e il verde intorno.
Passo a villa scipioni, coi suoi due ingressi con un salto ti porta indietro rovesciandoti sull' appia antica. Entrare nelle ville nelle calde mattine di maggio, è un viaggio dei sogni che ancora mi fa sentire in pace con l'universo.
" A caduta libera in cerca di uno schianto
Ma fintanto che sei qui posso dirmi vivo.. "
La Basilica di San Giovanni a Porta Latina è un angolo fuori dal mondo. Nessuno sa del tuo passaggio, nessuno sente altro che uccellini. La torre tocca le nuvole, gli occhi posano i ricordi tra i colori, tutto riporta all'immensità di questa esistenza.
La mia canon alle spalle, due gambe sicure di non perdersi niente, la libertà di non avere tempo, la sensazione di viaggio nella mia città alla continua ricerca di scoperte e sguardi nuovi.
Entro in via delle terme di caracalla, il mondo degli sportivi si raduna qui, tra le antiche vasche e i lunghi corridoi romani, corre la ragazza coi capelli legati, fa stretching un uomo in canottiera sopra un masso dell' era imperiale.
Mi fermo a mangiare un po' di frutta.
La luce del cielo apre il sipario sul circo massimo, attraverso la strada e mentre mi volto l'arco di Costantino mi intrappola il corpo in mezzo alla via, senza via di scampo.
Il parco del circo massimo brilla del bianco dei sassi, seduto sotto il palatino sembra che ti abbracci per la sua forma circolare così armoniosa. Pini e angoli di erba disordinata, un piazza gigante tra l'aventino e il Campidoglio mi convince a fermarmi.
La signora del bar è il ricordo della Roma più genuina ed ospitale. Mi prepara un medaglione agli spinaci, bieta, cicoria, pomodorini con origano, zucchine fresche ed un olio appena azzeccato sopra una ciabatta integrale.
Esco tra le note di Mina e i sorrisi gentili di madre e figlia, mi allungo verso l'altra sponda di via dei cerchi e salgo su verso il cuore alto della città, mio segreto rifugio delle mie grandi camminate e giornate di relax.
Alzo gli occhi sulle vie che salgono e scendono tra ambasciate e villette, il silenzio di una zona senza bar e locali, circondata di alberi e chiese, rifugio spirituale di chi si alza in piedi per vedere Roma dall' alto.
Coppie siedono davanti la vista più grande del mondo. Cupole, chiese, ponti, ville, palazzi, mura.. qui niente sfugge allo spettatore.Un giovane romano prova a spiegare, ad una straniera che abbraccia a sé, le meraviglie presenti.
Ai giardini sculture di artisti romani, poche persone e due splendidi modelli che accettano di farsi fotografare.
"Ma sono pazzo del mondo e sono pazzo di te. .. "
Una fotografa parla delle sue prime mostre che riprendono.
Io apro il libro e resto seduto incantato, come se questo sia il momento che non può sparire dai ricordi. La luce e la bellezza che mi gira intorno mi fa sentire fortunato di esserci nato.
È così bella che ne sono geloso quando la guarda chi non la capisce.
Dopo il tanto sognato relax sopra i balconi delle mura eterne, esco a camminare, entro a Santa Sabina, passo davanti Sant'alessio e mi fermo nella piazza che adoro, proprio intorno a Sant'Anselmo.
Entro nel buco che mi mostra San Pietro, come un filtro di luce in fondo al tunnel, un bagliore del mondo in fondo alla vita degli umani.
Scendo verso il centro, costeggio i fori e il palatino, via di san Teodoro è una curva che gira dietro il cuore della città.
Salgo in alto, sotto l'arco il teatro dei fori è tutto per me, l'angolo che preferisco, la luce dell'impero, le rovine che restano a ricordarci il passaggio, l'intramontabile traccia delle bellezze della storia.
Entro ai musei capitolini, mentre fuori una protesta dei lavoratori della multiservizi scatena la rabbia contro il Campidoglio.
Fino al 22 maggio, per i possessori della mic card, l'ingresso ai musei è gratuito, previa prenotazione allo 060608.
Giro tra le sale che ricordano epiche battaglie romane, entro nei fantastici mondi della scultura e del bronzo, nelle sale degli arazzi e nei piani dedicati alle lastre del tempio di Giove.
La piazza dall'alto è ancora più bella.
Cammino sotto lampadari che fanno brillare i soffitti, passo vicino a venere che esce dalla vasca, siedo davanti al volto austero di Dante e il dito fiero di Marco Aurelio.
Finisco al piano superiore, nel mondo che riesce a fermare il tempo, nei preziosi e segreti labirinti dell'arte.
Da Guercino a Caravaggio, da Domenichino a Pietro Da Cortona, resto assorto tra le linee dei volti, dietro le forme arrotolate, i colori e le sfumature, entro nelle storie che vengono illustrate in queste sale giganti e incantevoli.
Ancora mi sorprende la perfezione di un paesaggio, la percezione di un sentimento attraverso il volto immortalato, lo stupore resta a viaggiare tra i momenti e le scene della storia, gli eventi che qui, sembrano rivivere, talmente è chiaro il tocco di pregiata bellezza che esce dai quadri.
Scendo sulla piazza, siedo e mangio qualche mandorla mentre rilasso le gambe.
Sono in piedi da piu di 5 ore tranne un piccolo intervallo a pranzo.
La piazza, quando cala il sole,diventa magica. I lavoratori in protesta sono ancora qui.
Scendo e cammino fino a piazza navona, vuota e luminosa.
Via del governo vecchio, piazza del fico, corso Vittorio Emanuele, poca gente in giro e molti bar vuoti.
Dopo un giro tra i vicoli siedo in un baretto a rilassarmi. Bicchiere di un rosso Montefalco gradito come un premio al traguardo, scrivo sul taccuino mentre una graziosa ragazza dai riccioli castani mi serve muffin alle olive, humus, taralli e panetti fatti in casa, tutto delicato e buonissimo.
Di fronte a me un giornalista parla dei suoi prossimi viaggi in Argentina, avrebbe voluto andare in Asia ma non ha potuto, lei di fronte ribatte con racconti di cene a base di orecchiette prelibate sul terrazzo di casa.
La ragazza del bar mi descrive con amarezza la poca affluenza di clienti, scherzo con lei e la sua amica della pioggia che cade a rinfrescare un'aria perfettamente in sintonia con questo aperitivo nel cuore di Roma.
Arriva l'altra simpatica barista, mi sento come se fossi in comitiva, la mia sete di conoscenza mi fa parlare anche con i sassi.
Mi godo a cuore aperto questa gioioso finale di una giornata vissuta a piedi tra le vie di Roma, tra i quadri e le ville, tra i panorami e le meraviglie del mondo.
Un ritorno alla libertà, alla felicità condivisa, al viaggio.
Un ritorno alla vita.
All'assenza beata.
All'essenza grata.
Siamo vivi solo se i nostri occhi possono vedere la Vita, che è Amore.
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