Perfect Day.
Ho guardato la vita attraverso la finestra e ho detto Grazie. Per tutto ciò che ho passato vissuto amato e superato. Per i dolori e le gioie. Grazie alle persone che mi hanno dato amore e mi hanno protetto con la pazienza l'ascolto e la comprensione. Ai miei amori, ai miei amici, ai miei. Al mio cane. A mia nonna. Ai dolori. A me stesso. Che ha preferito mettersi in discussione anziché dare la colpa.
Grazie alla luce del parco .. che oggi ho attraversato in bici. Al portiere che mi da la chiave del terrazzo, senza dire niente, semplice sorriso e caffè condiviso.
Max mi aspetta al bar masci, c'è angelino seduto vicino. Ridiamo. Passo da napoleoni per prenotare cornetti per domani, ma trovo la scritta Lutto. Il papà del mio amico Fabrizio, ci ha lasciato. Un pianto che allaga tutto il quartiere. Il tempo di guardare il cielo e davanti a me un ragazzo piange disperato addosso al muro: al portone di fianco al bar, una signora è morta in casa. Ambulanze, vigili del fuoco, guardo la bellezza della vita diventare in un attimo tormento, passaggio, malattia e fine.
Con Max ci prendiamo un caffè al bar vicino la chiesa, passo al negozio a chiedere un tappetto per la mia bici, lui sorride quando gli offro un caffè, visto che non ha voluto essere pagato.
Massi mi parla dei suoi pensieri sentimentali, attraversiamo gli alberi e le panchine, splende il mondo ed è molto più grande dei nostri affanni quotidiani.
Dopo una camminata rigenerante e carica di affetto, massi torna indietro, io proseguo in bici.
La coppia di anziani alle panchine, la ragazza sdraiata sotto l'albero, le giovani mamme che lanciano in aria i figli, i solitari al sole, i cani che corrono, il cielo è cosi che nitido che riconosco perfettamente la cupola di Sant'Antonio.
Attraverso il parco e ringrazio la vita per avermi dato ogni anno infinite e indimenticabili esperienze.
Sono arrivato fin qui sano e salvo, con ferite e cicatrici, ma ancora integri i pensieri più felici.
Esco dal parco, cuffie alle orecchie e giro il quartiere. La via della Caffarelletta è un quadro di Monet. Mi fa viaggiare oltre il tempo, mi vedo in uno di quei balconcini a seguire la luce della campagna romana. Mentre Lou Reed mi ricorda che la vita it's a perfect day, viaggio tra le vie incantato dall'energia che si sprigiona ogni giorno da un cuore grato.
Fare la spesa in bici è l'ideale, ti metti uno zaino sulle spalle e non ti servono buste di plastica da portarti via.
Le signore davanti al bar in lutto, le mamme dei miei, mi commuove il cuore di questo quartiere che anche se ormai borghese, mantiene la sua anima solidale e popolare.
Ripenso ai tanti momenti sospesi, a quando non ti sei accorto di quello che ti stavi perdendo.
Ripenso ai baci in fondo al cuore.
Al letto da rifare.
Alla doccia insieme.
A Battisti che mi canta al risveglio.
Faccio prendere un po' d'aria a mia madre, la porto a scegliersi un romanzo giallo di quelli che ama tanto.
Porto il libro su in terrazza, mi rilasso in questo mio ultimo pomeriggio da 43enne.
Prendo un po' di sole, scrivo un po', poi scendo, mi vedo un episodio di After Life e poi mi immergo nella pratica yoga.
Mi sento fortunato per aver saputo scegliere tra i tanti sbagli, il desiderio di essere felice.
Bisogna sbrigarsi ad essere felici.
Prima che sia troppo tardi.
Bisogna farlo ora.
E si inizia dicendo GRAZIE.
Alla vita, alle bellezze intorno, alle emozioni provate, alle persone, alle storie vissute, alle giornate lente, ai baci veri, all'amore.
Tutto intorno brilla. Quando brilli tu.
"Non ci sono dubbi, la tua corazza ti protegge dalle persone che vogliono distruggerti. Eppure, se non la togli mai, ti isolerà anche dall’unica persona che potrà mai amarti”.
-Richard Bach-
Piu spessa è l'armatura più fragile è chi la indossa.
Siamo un bel momento, che passa e torna. Siamo un viaggio lento.
Un treno che attraversa i panorami.
Sediamo in prima fila a guardare lo spettacolo.
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