Ce la faremo.






Vorrei stare dentro il sogno dei bambini.
Con mia madre abbiamo ascoltato in silenzio Nessun Dorma cantato dalle voci di bambini di tutta Italia. Mamma mi guarda e fa: stiamo pagando per tutto il male che abbiamo fatto al mondo.
Un bambino prima di andare a dormire non pensa  ad altro che a recitare la parte di una favola recitata dal nonno mentre lo copre con il piumone.

Sorride mentre vede il volto di una principessa.. chiude gli occhi beato pensando che un giorno sarà un eroe.

Quando sogniamo c'è un immagine ricorrente che ci portiamo dietro da quando siamo bambini. Ad esempio, io scappo sempre da qualcosa o qualcuno. Così, crescendo, ho pensato che dietro quella scena ci fosse un messaggio: affronta le tue paure, resta, liberati da ciò che non vuoi conoscere di te.

Si dice che chi non ricorda i sogni non abbia un rapporto intimo con sé stesso. Ricordo che una volta fu proprio un sogno a dirmi di non andare più nei luoghi dove mi sarei fatto altro male. Fu come un angelo il poliziotto che nel sogno mi fermava in autostrada: non ci andare piu, torna a casa.

A volte abbiamo intuizioni grazie al sogno, le nostre potenzialità più nascoste vengono risvegliate, si attiva il nostro intelletto, sognando esploriamo quello che non riusciamo a vedere durante le attività quotidiane.

Ci sembra di aver vissuto dei momenti che viviamo per la prima volta perché i famosi sogni premonitori ci hanno messa in guardia dalle possibili conseguenze dei nostri pensieri o i nostri gesti.

Attivare l'intelletto.

Esprime il proprio potenziale.

I sogni son desideri di felicità.

Il sogno é l' appagamento di un desiderio rimosso.

Vivere è il rimedio alla paura. Quando sogniamo comprendiamo con sorprendente chiarezza che " il tuo destino è pure il mio".

Torni ai tempi di scuola e vedi quello che avresti voluto dire e fare. Torni alla tua storia d'amore e scendi dal treno per abbracciarla. Sei in gita con tutte le persone con cui vorresti vivere ogni giorno.

Il sogno ti fa chiamare o mandare un messaggio, se ascoltato può essere una guida e farti vedere quello che "è invisibile agli occhi:l'essenziale. Non si vede che con il cuore."

Quando amiamo veramente ci innamoriamo di come lei guarda il mondo, di come sta vicina ad una amica, di come aiuta un amico, di come protegge la madre, di come sostiene la sorella, di come allunga una mano ad una ragazza in bagno, di come sa sorprenderti attraverso ciò che ami, di come sa uscire dai cambiamenti e dai dolori, di come prova a proteggersi dalle paure. È nella comprensione e nella tenerezza di uno sguardo la vera fonte del nostro amore. Non è solo di come ci ama, di quanto ci da. È in quello che lei è il nostro amore. Il nostro innamoramento è per come lei è nella sua natura, tra alti e bassi, dolcezza e incazzature, pregi e difetti. Amiamo i difetti perché attraverso di lei emergono come messaggi al nostro cuore. Nei suoi istinti e negli intuiti noi troviamo i campi dove perderci.

Dopo l'innamoramento subentra l'amore. E li siamo dentro la sfida: restare nell'incanto iniziale e farla diventare la quotidianità, oppure far prevalere la ragione i giudizi e come noi vorremmo la relazione.

" sarebbe meglio dondolarsi tra l'estasi e la noia .. "

La quotidianità prevede scazzi, problemi, preoccupazioni, caratteri diversi, paure..  ma anche crescita, ascolto, superamento,  forza, farsi guidare dai propri valori superiori ai limiti caratteriali.



"Rara la vita in due.. "

Scorre leggera la vita in quarantena.

Al sole il viso si rilassa, diventa sereno e luminoso.



Ieri il mio amico mario è riuscito a portarmi una palma che avevo chiesto per mia madre. Ha citofonato di sera e l'ho trovato, li, al solito posto, con un rametto tra le mani.

Solo l'amore può trasformarci la vita e cambiarla per sempre.



Ho ritrovato questo mio scritto:




" Dopo aver recuperato le energie necessarie, ristabilito il mio posto nel mondo romano, decido di farmi una camminata nei dintorni della città. Voglio rivedere villa gregoriana, nel cuore del centro storico di Tivoli, a est di Roma.

Dopo una ricca colazione, esco con la mia canon, scatto sul primo volto della giornata, Roberto, il portiere del condominio dove abito, tra le persone più disponibili e generose che conosco. Arrivo al forno, pizza bianca calda e ricca di olio. Passo dai ragazzi al bar, caffettino prima del viaggio, un classico. Mentre esco  incrocio lo sguardo di una ragazza che mi sorride e resta a guardarmi, in un divertente gioco di sfida che mi coglie di sorpresa. Per 5 minuti cerco di ricordare dove ci siamo visti, e quando associo il suo volto ad una scommessa di calcio vinta mi rendo conto di aver fatto la figura del maleducato, non avendola salutata. Entro in metro col suo sorriso addosso e la cosa un po' mi è nuova, una sensazione non più così familiare.

Tolgo il pensiero mettendo vasco alle orecchie e immergemdomi in questo viaggio romano, leggero e grato. Basta un attimo, la tua musica un libro e il mondo fuori, guardi dal finestrino e capisci che la tua natura è sempre di più il viaggio, la scoperta, il cammino. Esplori la vita camminando e capisci l'altro assaporando quello che vedi, assorbendo stati d'animo e parole, sguardi e incontri di storie nuove, di persone sole.

Il treno ferma alla rustica e mi fa tornare in mente le giornate passate in quelle strade di periferia coi miei cugini.. sembrava di avere tutto nel momento in cui si scendeva a giocare; in un attimo, mentre si facevano le scale verso fuori il mondo diventava nostro, e quella sensazione di libertà è ancora perfettamente intatta nei miei occhi. Ho ricordi che sanno di nostalgia, figlia di una sensibilità mai spenta, legata ad attimi unici: il bacio dato in una gita con la scuola ad una ragazza di un altro istituto,  la canzone ascoltata in un pullman ancora oggi è come se la ascoltassi ogni giorno. Le comitive sul muretto, le coppie che si formavano, i jeans a palazzo, la rincorsa di laura che si era infuriata con me, fuori l'oratorio, la voce di eros Ramazzotti e i capelli lunghi, mia madre che urla dalla finestra, la signora che mi buca il pallone, i motorini che suonano sotto casa, come se un esercito fosse lì ad accoglierti. A volte mi chiedo perché quelle comitive si sono sciolte,perché quei due non stanno più insieme, perché il pantalone con le tasche é passato di moda, perché mio cugino è partito, cosa è cambiato, quanto è costato dimenticare, quanto è stato sofferto un silenzio, un matrimonio forzato, una rinuncia alla libertà, agli amici, allo stadio, ai rave. Mi chiedo cosa resta di quel mondo, di quei sorrisi giovani e ribelli, di quel fischiettare un disco straniero di cui non si conoscono le parole, cosa resta del bar olindo, dell'alimentari, ortensio e Luciano, il nonno dei giocattoli, le bici poggiate sui muri, i giubbotti per fare la porta, i capelli biondi di arianna, la dolcezza di cristina, il sorriso di manola, lo sguardo di manuelina. Ho milioni di ricordi che vibrano nel presente, come fosse un mondo mai scomparso. Vedo ancora i buchi sulle magliette di antonello, il colpo di tacco di mio fratello, sorcio che alza su una ruota in bilico tra il marciapiede e la strada, il piumino ciesse, il calzino bianco che esce dai jeans, gianluca che mi prende in chiesa per liberarmi da un sermone di catechismo e farmi fare la finale contro l'oratorio. Mio fratello bussa per entrare in classe, capello liscio e sguardo ribelle, chiede di farmi uscire ma la maestra non lo permette, il nostro sguardo di intesa e gratitudine è ancora qui, a farmi compagnia. I ricordi sono gambe che camminano con noi, sono la nostra anima che torna a mostrarsi con gioia, con quella stessa spensieratezza.

Sento ancora l' odore dell A 112 di papà, la golf di nonno, la 126 di zia. La moto Kawasaki che esce dal garage, io dietro a mamma sono seduto tra lei nuvole."




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