Il tempo non esiste.

Oggi mi sono dedicato al sacrosanto relax. In mattinata porto sempre il caffè al portiere, facciamo due chiacchiere, guardiamo fuori, ridiamo.

Oggi sono arrivati i miei amici, chi per un morivo chi per un altro, sono gli incontri che in periodi cosi, ti scaldano il cuore.

Il contatto del corpo, sentire gli odori, farsi due passi in compagnia, andare al cinema, fermarsi al bar per un caffè, gli abbracci, quelli forti, belli, in cui ci metti le mani il viso e il cuore. Senti la pelle dell'altro, senti il cuore che batte. Questo è ciò che mi manca di più.

I baci, le strette di mano, le pacche sulla spalla, la magia del tatto, il profumo di un corpo, il sapore di un ricordo.

Ci troviamo al cortile e ci è sembrato non fosse passato neanche un giorno da quando ci passavamo le giornate, mattina e sera, fino a tarda notte.

Un papà ci ferma, ma che fine ha fatto il vostro amico sandro, non lo vedo più.

Qui è cosi, i genitori e i nonni che ci hanno visto crescere restano legati a quel gruppo numeroso e rumoroso. He copriva lo spazio, che non faceva mai annoiare. Tra musica a tutto volume, macchine motorini palloni corse botte risa e goliardia, non ci si annoiava mai.

Rivedo le nostre feste, le nostre risate, i video folli, le risate che la pancia ti fa male. Pisellino mi manda la foto della figlia, quasi scende la lacrima. Ha il sorriso della gioia, l'eleganza del papà e la libertà della mamma.

Ci sono gruppi che resistono al tempo, ci sono luoghi e tempi che non potrai mai cancellare dai tuoi ricordi.

In questo periodo il tempo si dilata, si fa più ampio uno spazio, la mente ha tutto il tempo per avere ricordi, per creare realtà che la troppo fretta ci ha fatto dimenticare. Hai tempo per dire grazie, per capire meglio, per apprezzare,per andare in profondità.



Quante esperienze vissute tutti insieme, i viaggi le trasferte le feste, gli amori e le serate in casa, le lettere e le cartoline, le canzoni che ancora sono nostre, le albe ancora in strada, il cornetto alle 5, il muretto alle 6, Riccione che sembra il paradiso dove volevi restare tutta la vita.

















Vado in terrazza, l'insegnante mi dice che oggi dovrò guidare io la lezione, ma si, dico io. Ormai ogni giorno è una sfida, lasciamoci prendere dal brivido della vita.



Leggo in terrazza un rilassante giallo che mi fa assaporare i dialoghi, i luoghi, la vita.

Abbiamo paura di restare chiusi in casa, abbiamo paura di conoscerci per quello che veramente siamo.

Così legati ai nostri vizi, perdiamo di vista la magia della nostra natura sorprendente e ogni giorno diversa, siamo un fiore che prende colore e cresce, che senza acqua non respira.



Siamo molto più di questo corpo, molto più di un tempo piccolo. Siamo vita che non conosce una fine. Siamo sempre in cammino, dentro un affascinante percorso che è la conoscenza, la libertà dalla confusione, la grazia del nostro essere.



Senza un nome, senza etichette, viaggiamo senza bagagli e possessi, siamo dentro l'altro, la malattia è solo una via per fare esperienza, la morte una delle tante porte, ci basta un dolce servire senza resistere per vedere aldilà, per vedere la luce in fondo al tunnel.

La nostra anima brilla. Ci soffia tra i capelli, scorre tra una vertebra e l'altra, è un bambino che non vuole che tornare alla fonte. È lì la sua madre.

È li la fine e l'inizio.



Il corpo ha un tempo limitato. Ci serve per vivere questa esperienza. Per capire che la verità è assenza di separazione, nessuna solitudine ha senso, nessun corpo è diviso dal resto.

L'universo abbraccia l'intero movimento dell'esistenza unendo padri e figli, uomini e donne, in un solo grande UNO.

Nasciamo per mettere a posto tutto quello che non abbiamo finito in chissa quante vite.

La paura di perdere ci fa tremare e non ci fa vivere in pieno quello che siamo.

Siamo questo momento. È eterno. E ci sta mostrando la nostra origine.

Siamo amore.

Non c'è corpo che possa separarsi da questa verità. Non c'è nome che sia diverso da un altro, non c'è nessun migliore, non esiste essere che non meriti compassione.

I segni del tempo non sono i giorni.

Sono i volti che tornano, partono e poi ritornano.

È un lungo cammino.

Una vita sola può bastare a mettere fine ad ogni disperazione.

La ricerca della felicità è  un uomo che si siede accanto al dolore per capire da dove viene.

L'uomo che si sente infinito, che percepisce universo, ha scoperto l'amore.



Non è nella sua storia personale la soluzione al dolore. È nella comprensione che siamo anime connesse alle altre, siamo parte dello stesso viaggio.

Quello che hai, lo dai.



Nulla è tuo.

Nasciamo senza niente.

Esistiamo per condividere la felicità.




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